“Ho appena sfornato un plumcake arance e gocce di cioccolato. Ne volete un pezzo?”. Daniele (nome di fantasia) è uno dei ragazzi del nuovo centro socio occupazionale di COpAPS. Siamo all’Agriturismo Parco della Chiusa di Casalecchio, aperto dalla cooperativa sociale nel 2023. L’agriturismo è solo l’ultimo dei tasselli che compongono il puzzle COpAPS, realtà nata nel 1979 come cooperativa agricola con finalità sociali grazie a un gruppo di operatori agricoli, educatori Anffas, genitori di ragazzi con disabilità che desideravano, per i figli, un futuro di benessere inclusivo con opportunità reali di inclusione. Nacque così l’idea di creare un’azienda scuola in cui i ragazzi e le ragazze con disabilità potessero imparare a lavorare: in collaborazione con l’Azienda Usl, venne trovato un luogo ritenuto idoneo a Sasso Marconi, ancora oggi sede storia della cooperativa, in via Maranina 36.
Oggi COpAPS conta 130 lavoratori, tra cui 37 persone svantaggiate, a cui si aggiungono 27 utenti fissi. “Le persone vengono indirizzate a noi dai servizi sociali, dall’Azienda Usl, alcuni arrivano in autonomia – spiegano Elisabetta Pallotti e Francesca Mantovani, rispettivamente Presidente e responsabile comunicazione e consigliera di COpAPS, partner del Consorzio l’Arcolaio –. Siamo partiti con la disabilità intellettiva, ci siamo allargati a diversi tipi di fragilità per andare incontro alle esigenze del territorio che si sono via via modificate nel tempo: persone con dipendenze, con disagio psichico, misure alternative, disabilità fisiche. Sono soprattutto uomini in considerazione delle nostre tipologie di lavoro”.
“COpAPS è stata una delle prime cooperative in Italia a intuire la potenza della sinergia tra agricoltura, educazione, formazione e inserimento lavorativo di giovani con una disabilità, quella che oggi viene definita agricoltura sociale”. Il segreto sono i tempi lenti della natura e i gesti ripetitivi dell’agricoltura, messi in discussione solo dal cambio delle stagioni e ai nuovi lavori da imparare: la semina, il raccolto, il trapianto. Con il rafforzarsi delle attività e delle competenze, nasce serra garden – oggi centro socio occupazionale –, un luogo dove vengono prodotte, coltivate e commercializzate piante aromatiche e da orto biologiche, alberi da frutto, piante da fiore annuali e perenni, rosai e arbusti ornamentali, da siepe e rampicanti, piante da interno.
Nel 1994, in seguito alla normativa 381/91 da COpAPS nasce Coopas cooperativa di tipo A, passo necessario in quanto non esistevano le cooperative miste A+B; COpAPS invece rimane dedicata alle attività produttive agricole e di manutenzione del verde. Nel 2002, con la fusione con la cooperativa sociale La Marruca diventa cooperativa sociale onlus B+A, consolidando le attività di manutenzione del verde. Alla fine degli anni Novanta nasce, sempre a Sasso, l’Agriturismo e fattoria didattica “Il Monte”: qui dal 2009 il servizio “Percorsi Verdi” della cooperativa realizza attività agricole, culinarie e di cura del verde coinvolgendo 18 ragazzi con una disabilità medio medio/grave: “È anche un centro socio occupazionale: c’è un podere, ci sono centinaia di piante di lavanda. La raccolgono, la sgranano perché sia venduta in sacchettini. Preparano i loro pasti e le tigelle e la gramigna che serviamo in agriturismo”. Questi percorsi sono orientati verso una sempre maggiore autonomia degli utenti, così come il laboratorio di transizione al lavoro Cà del Bosco presso la serra garden. Nel 2014 nasce anche un piccolo gruppo appartamento, presso la sede di via Maranina, che oggi ospita 4 persone.
“Il settore della manutenzione del verde, che si è sviluppato a fine anni ’90, offre opportunità di lavoro, di crescita personale e professionale a persone svantaggiate. Opera nei comuni di Casalecchio di Reno, Bologna, Sasso Marconi e nei presidi ASL della Montagna della Città metropolitana. Nel 2004 abbiamo inaugurato il settore ambientale , con la gestione della stazione ecologica di Sasso, che è andato via via evolvendosi con la gestione, di nuovi impianti e servizi attraverso la partecipazione al consorzio di Cooperative Sociali ECObi”.
Nel 2019 ha aperto la Falegnameria Sociale San Lorenzo a Sasso Marconi: il settore della manutenzione del verde abbatte e/o recupera alberi caduti che, invece di essere conferiti in discarica, vengono dirottati in falegnameria. A seconda del tipo di legno e delle dimensioni diventano panchine, portabici, staccionate, pannelli didattici e sedute per aule all’aperto del Parco della Chiusa. “Il legno più pregiato è trasformato in complementi di arredo. Testate dei letti, tavoli, sedie, scrivanie: l’agriturismo l’abbiamo arredato così. I rami e tronchi più piccoli che verrebbero inesorabilmente scartati, vengono lavorati dai ragazzi del CSO Percorsi Verdi che lavorano in falegnameria: in questo modo diventano RICcassette – contenitori utilizzati per i prodotti enogastronomici, portavasi, portachiavi e piccoli rompicapo. È così che si chiude la nostra storia di riciclo e inclusione: per noi la priorità è far sentire i ragazzi produttivi, in un contesto di benessere ovviamente”.
Il 2019 è stato un anno importante per la Cooperativa perché grazie all’aggiudicazione di un bando che prevedeva un parternariato pubblico-privato con il Comune di Casalecchio di Reno nasce la società consortile La Chiusa, di cui COpAPS è socia assieme a la cooperativa sociale La città verde, inizialmente anche la cooperativa sociale La Piccola Carovana, che ne è uscita nel 2023 e Cear società consortile edile . Oggetto del bando è la gestione del verde di Casalecchio e del Parco della Chiusa e di alcune strutture all’interno del Parco. “Essendo già titolari di un agriturismo, abbiamo scelto di fare questo passo. Abbiamo ristrutturato lo stabile dove ci troviamo per aprirlo alla ristorazione e all’ospitalità agrituristica”.
Il Parco della Chiusa è la perfetta sintesi di tutto quello che COpAPS fa: “Ci occupiamo delle tutele igienico sanitarie, sfalciamo l’erba, potiamo i rami pericolanti, abbattiamo gli alberi malati e portiamo via quelli malati. “Abbiamo anche 60 arnie – realizzate in falegnameria, ovviamente – che, grazie a due apicoltori professionisti, ci permettono di produrre un ottimo miele. I ragazzi e le ragazze del centro socio occupazionale si occupano della smielatura, dell’invasettamento e dell’etichettatura”. A sostegno dell’apicoltura CopAPS, forte del suo settore agricolo, ha rivitalizzato i terreni agricoli dei possedimenti Talon, la nobile famiglia bolognese proprietaria originale della villa (oggi rudere, bombardata nel 1945). “Il parco ha caratteristiche naturalistiche importanti che fanno sì che sia un luogo molto frequentato da ungulati. Tra cinghiali e caprioli, coltivare qui è inutile, perché gli animali arrivano e banchettano. Così ci siamo lanciati sulla coltivazione di piante aromatiche perché non appetibili. Abbiamo 10mila piante di lavanda, e poi rosmarino, salvia, borragine e salvia, tutte che forniscono nettare alle api e agli altri impollinatori selvatici.
Infine, come attività accessoria all’agricoltura, abbiamo l’agriturismo, dove serviamo i prodotti coltivati a Sasso Marconi: ortaggi estivi e invernali, tutti biologici. Anche il Parco e il ristorante dell’agriturismo sono certificati biologici a testimonianza del nostro impegno per l’ambiente”. Oltre alla ristorazione (che chiude solo nel periodo tra Epifania e San Valentino, è aperto giovedì, venerdì, sabato a cena; sabato e domenica a pranzo; da lunedì a sabato a pranzo con la bella stagione aperto con la formula picnic), l’Agriturismo dispone di 4 camere: Lavanda, Tulipano, Ciclamino e Orchidea, come 4 dei fiori che caratterizzano il Parco. Come pernottamento e prima colazione siamo aperti tutto l’anno a prezzi fissi, scelta premiata da tanti cicloturisti anche dall’estero.
L’Agriturismo è anche fattoria didattica, gettonatissima dalle scuole non solo del territorio, che propone percorsi e laboratori sugli animali e le piante del Parco. Il Parco della Chiusa, pur essendo in ambito urbano, è SIC-ZPS Sito di importanza comunitario – Zona di protezione speciale Boschi di San Luca e Destra Reno). “Nel parco c’è una popolazione di salamandrina – quella del logo – e 13 specie di pipistrello sulle 23 censite in Emilia-Romagna, solo per fare due esempi: questo significa, ovviamente, adottare anche alcuni accorgimenti, come l’impossibilità di arrivare in agriturismo in auto – dal parcheggio è sufficiente percorrere 800 metri di strada asfaltata – e la rinuncia all’illuminazione notturna. Ma significa, anche, godere a maggio di un crinale pieno di lucciole. Insomma, qui sembra di essere lontani anni luce dalla città, che invece è solo a due passi. Siamo anche sulla Via degli Dei, sull’EuroVelo 7 (la Ciclovia del Sole) e sulla Via della Lana e della Seta”. Grazie a un finanziamento del PNRR sono state piantumate nuove specie, riaperta un’area umida, realizzate tre audioguide per conoscere il parco, un percorso didattico multisensoriale, acquistata una compostiera che trasforma in compost gli scarti di pranzi e cene, comprate due joelette (carrozzine da trekking) e le colonnine per la ricarica e la manutenzione delle bici.
Da inizio 2025, anche l’Agriturismo Parco La Chiusa è centro socio occupazionale su spinta dell’Azienda Usl di Bologna: “Al momento abbiamo due beneficiari svantaggiati, ne potremmo accogliere fino a 5. Fanno attività che si intersecano con il contesto: preparano torte e biscotti per la colazione, lavorano in sala, si occupano delle pulizie, smielano, etichettano i barattoli. È il loro tempo lavoro. I nostri soci fondatori avevano previsto tutto: l’agricoltura fa emergere i talenti. E noi intendiamo continuare a farlo, dando risposte sempre più puntuali al territorio: la nostra caratteristica principale, non per nulla, è la capacità di adattarsi al momento”.