L’accoglienza e il supporto ai minori stranieri non accompagnati rappresentano sfide complesse, i giovani arrivano da territori sempre più deprivati, carichi di esperienze traumatiche.
Due nuovi progetti FAMI – Fondo Accoglienza Migrazione Integrazione – si stanno concretizzando a Bologna: Faster 2.0 e Rethink, promossi e guidati da ASP Città di Bologna su impulso del Comune di Bologna. L’obiettivo è arricchire e potenziare le azioni di accoglienza realizzate nell’ambito del Sistema Accoglienza Integrazione Area Metropolitana (SAI).
Rethink vede protagonista anche il Consorzio l’Arcolaio, insieme a Cidas, Cei, Dipartimento di Salute mentale-dipendenze patologiche dell’AUSL e CPIA metropolitano di Bologna. In particolare per Arcolaio è attiva la cooperativa Società Dolce.
Partito all’inizio dell’estate 2024, si propone di rafforzare i servizi del territorio metropolitano, con un’attenzione particolare ai minori che presentano difficoltà psicologiche, sociali, che sono a rischio di marginalità, sfruttamento e devianza, vittime o autori di reato. Tra gli obiettivi anche il contrasto del rischio di ghettizzazione e dell’acuirsi di problematiche di carattere socio-urbano, attraverso il disegno di alternative credibili e riconosciute, in grado di accrescere nei giovani l’adattamento ed il senso di appartenenza alla comunità ospitante ed al suo tessuto sociale.
Proprio al Consorzio è affidata una interessante novità, che lavora su questo: l’organizzazione di equipe di prossimità che percorrono strade e piazze più frequentate da gruppi di minori non accompagnati, per contattarli e avviare con loro un percorso di conoscenza e poi di intervento personalizzato.
Ecco la presentazione del progetto dal sito del Comune di Bologna:
L’obiettivo principale di Rethink è qualificare e migliorare ulteriormente l’accoglienza, in particolare dei MSNA, superando un approccio emergenziale e costruendo una rete di supporto continuativa. Questo approccio è fondamentale per affrontare le problematiche legate alla marginalità e al rischio di devianza, che possono emergere quando i giovani stranieri non trovano un ambiente in grado di sostenere le loro esigenze specifiche.
Il progetto coinvolgerà circa 250 minori nei prossimi tre anni, e le attività previste includono:
- potenziamento del Centro Diurno “CivicoZero Bologna” attivo presso lo Spazio MET: il progetto amplierà le attività Centro diurno dedicato ai giovani stranieri e attivo presso MET – La Casa dei Cantieri Meticci di via Gorky a Bologna, offrendo più risorse e supporto per i giovani dai 16 ai 21 anni. Qui i ragazzi potranno trovare non solo un luogo sicuro, ma anche l’opportunità di partecipare a percorsi educativi, formativi e di integrazione sociale
- equipe multidisciplinari: saranno create squadre composte da psicologi, educatori, assistenti sociali e operatori del sistema di accoglienza, che lavoreranno insieme per offrire un supporto integrato e specializzato ai ragazzi con le maggiori fragilità
- equipe di prossimità: queste squadre lavoreranno direttamente sul campo, nelle zone più sensibili della città, per raggiungere i ragazzi che vivono in condizioni di marginalità e offrire loro un aiuto immediato e personalizzato
- formazione e partecipazione attiva: anche Rethink prevede un ampio programma di formazione, destinato a oltre 160 operatori del settore sociale, sanitario, educativo e del volontariato. Lo scopo è fornire loro strumenti aggiornati per affrontare al meglio le sfide poste dall’inclusione dei minori stranieri. Uno degli aspetti innovativi del progetto è l’approccio partecipativo: i ragazzi stessi saranno coinvolti attivamente nel definire i loro bisogni e nel co-progettare i servizi che verranno loro offerti. Questo metodo vuole dare voce ai minori, rendendoli protagonisti del proprio percorso di integrazione e permettendo loro di partecipare attivamente alla vita della comunità che li accoglie