A proposito di noi: IRIS

A proposito di noi: IRIS

Vedi quella porta? È sempre aperta, le persone che stanno facendo le pulizie nelle aule là sotto, prima e dopo il turno, vengono qui e mi raccontano come stanno e come va la loro vita”. Pamela Lemme è l’assistente sociale che per la cooperativa IRIS segue gli inserimenti lavorativi, il cuore di una realtà solida e strutturata che mette al centro le persone e procede un passo dopo l’altro, crescendo sempre un po’ dal 2015, anno di nascita dalle ceneri di Altercoop.
La porta di cui ci parla Pamela è quella della sede, nel Villaggio del Fanciullo di Bologna: due stanze per una struttura leggera che coordina ormai 117 lavoratrici e lavoratori, di cui 68 sono soci.

Camilla Monteventi, presidente di IRIS, ci accoglie proprio in una di quelle stanze e con la sua energia concreta ci racconta la storia dall’inizio. È giovane, ma ha molta esperienza ed è già al suo terzo mandato.“IRIS è una cooperativa sociale nata per portare avanti il progetto di Altercoop, presente sul territorio bolognese dal 1985. Quando questa va in liquidazione, 75 dipendenti raccolgono la sfida: salvare il settore dei servizi e fondare una nuova cooperativa, che si occupi di pulizie, portierati delle aziende e data entry, cioè nel nostro caso la gestione delle pese dei rifiuti per Herambiente”.


Quest’ultima è un’attività diventata sempre più importante per IRIS, che da 2 pese è passata alla gestione di 7 pese, occupando 25 persone. E la mission di IRIS sta proprio in questo: creare lavoro buono, per permettere inserimenti lavorativi che possano trasformarsi in occupazione il più possibile stabile, portando anche le persone con fragilità a diventare socie. In effetti Iris è una cooperativa A più B, ma i servizi sono solo di tipo B. Torniamo con Camilla a quel 2015: “Il primo anno è stato molto impegnativo, mi sono trovata un po’ all’improvviso a fare la vicepresidente, e alla fine del primo anno abbiamo assorbito un altro piccolo ramo d’azienda di un’altra cooperativa, la Inventatempo di San Giovanni in Persiceto. Da lì il nostro impegno, ancora oggi, nella gestione del bar dell’Ospedale di San Giovanni, Inventatempo Cafè, in cui lavorano cinque persone.”

La struttura degli ultimi cinque anni è quella attuale, con i servizi delle pulizie (il core business), quelli di portierato per le aziende (con clienti come Legacoop, il Villaggio del Fanciullo, Cgil ER, Menarini Silicon Biosystem, Schneider…) e l’appalto per Herambiente di cui abbiamo già parlato: una gara ogni 3-4 anni, affrontata con il Consorzio l’Arcolaio, per la gestione dei servizi di pesa dei rifiuti per ambiente su Bologna e provincia. In più aumentano le convenzioni di inserimento lavorativo in cooperative sociali (articolo 22), che sono ormai quasi una decina.

Camilla Monteventi

Stabilità e solidità delle commesse, soprattutto con clienti privati, che permettono l’inserimento lavorativo, ad oggi, di 35 persone con fragilità.
Con Camilla approfondiamo questo tema, complesso e cruciale. “Le lavoratrici e i lavoratori che appartengono alle categorie fragili provengono soprattutto dall’area della salute mentale, ma non solo. Ci sono anche persone con handicap fisici o inviate dal Sert. Per noi è Pamela che si occupa di tutta questa parte: l’assegnazione al cantiere giusto, l’accompagnamento del processo di inserimento, la cura verso di loro. Non abbiamo educatori, a volte facciamo tirocini, a volte inserimenti diretti, a seconda delle fragilità e del settore coinvolto. Le persone che hanno sofferenze psichiche lavorano di solito nelle pulizie, organizzate in squadre e con capi squadra, figure di riferimento importanti. All’inizio, per una settimana o anche due la coordinatrice accompagna il nuovo lavoratore sul cantiere e se poi ci sono dei problemi, c’è la possibilità di avere dei colloqui in ogni momento, la nostra porta è aperta”.

Dal 2022 IRIS collabora anche con il carcere della Dozza, in particolare con l’officina FID (nata dalla collaborazione tra IMA Marchesini e GD) dove venti detenuti vengono formati da alcuni responsabili delle aziende ormai in pensione. “Avevamo bisogno di un manutentore e lo abbiamo trovato lì. L’inserimento è andato bene, siamo stati importanti nella formazione di questa persona, che ancora lavora con noi, soprattutto dal punto di vista relazionale”. Camilla Monteventi ci spiega che spesso i lavoratori dell’officina hanno sulle spalle molti anni di carcere e hanno bisogno di una situazione che possa aiutarli a riprendere le misure nel confronto personale all’interno di un posto di lavoro. In questo le cooperative sociali sono preziose, svolgendo una sorta di ponte tra interno ed esterno.

L’idea di cooperazione, a IRIS è davvero centrale: “Tutto il CdA lo ha ben chiaro e lo spieghiamo bene a chi vuole diventare socio: dobbiamo tutti essere solidali l’uno con l’altro, concretamente. Per esempio, a Herambiente, per il tipo di servizi che abbiamo, bisogna dare una disponibilità sulle turnazioni dalle 6 del mattino alle sette di sera, compreso il sabato e le festività. Qualcuno deve farlo, e ci deve essere l’idea che a turno tutti si devono sacrificare. Non puoi pensare solo al tuo orticello, l’errore di uno ricade sulla cooperativa e quindi su tutti. I coordinatori lo spiegano a chi vuole diventare socio, ma anche a tutti i lavoratori”.

Forse proprio per questa sensibilità, la percentuale di soci sul totale dei lavoratori è così alta: 68 soci su 117. A questo si aggiunge l’incentivo del ristorno, che viene assegnato ai soci dal 2021. “Dal 2019 siamo sempre andati in utile, con utili sul 10% del fatturato. Questo ci ha permesso di distribuire il ristorno, ed è, secondo me, essenziale, visto che comunque le cooperative sociali hanno un contratto che non è ricchissimo, almeno tentiamo di dare una gratificazione ai nostri soci che si somma a un benefit natalizio che diamo a tutti di 250 e 150 euro a seconda che tu sia socio o non lo sia.”

Il fatturato oggi supera i tre milioni di euro, anche il 2025 si prospetta un anno positivo. Nonostante i dati siano positivi, per Camilla Monteventi l’obiettivo non è crescere a qualunque costo. “Forse per l’esperienza da cui veniamo, non riteniamo che prendere tutto per aumentare il fatturato sia la scelta giusta, è più sensato acquisire fatturato buono, un pezzo dopo l’altro”.

Concludiamo la lunga chiacchierata riflettendo sulla funzione del Consorzio l’Arcolaio, “efficace, efficiente” potrebbe essere la sintesi delle sue riflessioni, in particolare per quanto riguarda le funzioni di staff particolarmente utili nel caso di gare d’appalto importanti come quella di Herambiente o delle pulizie alla Casa della Conoscenza di Casalecchio. “Arcolaio funziona molto”, prosegue la presidente. “La struttura risponde, il sistema funziona, il Consorzio va. Per le gare è un aiuto molto concreto. Su un punto dovremmo lavorare di più: l’incrocio tra la possibile offerta di lavoratori provenienti dai servizi delle cooperative di tipo A e le ricerche di personale da inserire da parte delle cooperative di tipo B”.


L’esempio virtuoso che Camilla Monteventi cita per ribadire la funzione positiva del Consorzio è il caso Philip Morris, con cui Arcolaio già lavorava con alcuni partner sulla cura del verde (Il Martin Pescatore e COpAPS) e l’archiviazione digitale (Open Goup).  Da giugno 2024, IRIS e Open Group hanno 5 lavoratori che offrono il servizio di inventario degli asset e di digitalizzazione e archiviazione dei documenti. Philip Morris è soddisfatta, ha trovato grazie al Consorzio i numeri che cercava. “Per me l’Arcolaio è un’esperienza positiva, c’è scambio, ci possono essere possibilità condivise, ti senti parte di un gruppo”. I risultati ci sono già.