La pena deve tendere alla rieducazione

La pena deve tendere alla rieducazione

Per la prima volta gli interventi diretti alle persone detenute nella Casa Circondariale “Rocco D’Amato” di Bologna, all’interno del carcere o all’esterno, avranno un coordinamento unico e una strategia unitaria. Il  Comune di Bologna ha deciso fosse ASP a guidare gli interventi attraverso una regia espressa anche nel corso della  prima co-progettazione di questo tipo, dal titolo “Territori per il reinserimento”, che si è tenuta nell’autunno 2024.

Il Consorzio l’Arcolaio è attivo nel progetto con le consorziate Società Dolce, Piazza Grande e Open Group.

Il progetto che coinvolge l’Area 1 ha il Consorzio come capofila, con Piazza Grande e Open Group, insieme a Ceis Arte, Associazione Volontari Carcere  e la Comunità Papa Giovanni XXIII in partnership con numerose altre realtà. Prevede interventi di supporto ai percorsi di inclusione sociale abitativa e lavorativa a favore dei beneficiari segnalati all’Equipe Esecuzione Penale. Sono coinvolte quindi le persone detenute che  hanno accesso alle misure di esecuzione penale esterna e coloro che vengono dimessi dal carcere.
Si prevedono percorsi di accoglienza temporanea in appartamenti e strutture (nel caso di neo maggiorenni e coppie mamma-bambino), azioni di sostegno nel reinserimento lavorativo gestite dal partner Cefal, supporto educativo e psicologico e interventi di mediazione linguistica e culturale.

Uno dei progetti accolti, presentato nell’abito dell’Area 2 insieme alla Associazione Volontari Carcere, riguarda il miglioramento della qualità della vita delle persone ristrette attraverso una serie di azioni su diversi livelli di intervento:
supporto ai detenuti nelle fasi di ingresso (garantendo un’accoglienza efficace per i nuovi giunti di origine straniera, offrendo loro supporto linguistico e culturale, orientamento alla vita detentiva e informazioni circa il mantenimento del rapporto con le famiglie);
supporto ai detenuti stranieri durante l’espletamento della pena (in stretta collaborazione con i mediatori culturali del Ministero della Giustizia già presenti nella CCBO);
supporto ai detenuti nelle fasi di dimissione (attraverso un accompagnamento individualizzato nel delicato momento del reinserimento nella società);
collaborazione e integrazione con la rete di soggetti pubblici e privati che opera nell’ambito dell’esecuzione della pena (creazione di uno snodo operativo per le realtà interne ed esterne al carcere);
organizzazione e gestione di piccoli gruppi di detenuti ai piani, in collaborazione con AVOC (percorsi laboratoriali inclusivi, tra cui gruppi di parola e di discussione su responsabilità civile e legalità.
Per Arcolaio, il servizio è in capo a Società Dolce.

Per quanto riguarda l’Area 4b, coordinata da Cidas,  relativa ai giovani adulti ristretti presso l’Istituto Penale per minorenni “Pietro Siciliani” di Bologna, il Consorzio, attraverso Piazza Grande, collabora all’azione con un educatore.

Tutte le progettualità si svolgeranno tra l’1 novembre 2024 e il 31 dicembre 2025, grazie a finanziamenti della Cassa delle Ammende, di Regione Emilia-Romagna e Comune di Bologna.

Qui le informazioni complete sul progetto, presentato in conferenza stampa il 15 gennaio 2025 alla presenza di:

Matilde Madrid, assessora Welfare e salute, fragilità, anziani. Sicurezza Urbana Integrata
Isabella Conti, assessora Welfare, Terzo settore, Politiche per l’infanzia, Scuola – Regione Emilia Romagna
Annamaria Nicolini, coordinatrice progetto “Territori per il reinserimento” – Asp Città di Bologna

Marco Bonfiglioli, direttore interdistrettuale Centro per la Giustizia Minorile
Aldo Scolozzi, direttore UEPE (Esecuzione Penale Esterna)

L’immagine è stata scattata nel corso della conferenza stampa di presentazione del progetto, nella sala stampa del Comune di Bologna.