I campi coltivati che attraversiamo per arrivare alla sede della cooperativa Campi d’Arte sono proprio come quelli sul suo logo: giallo oro. Perché è una delle cose che la presidente Silvia Presti ci spiega subito: l’attaccamento al territorio e alle persone che lo animano.
Siamo a San Pietro in Casale (BO), e accanto al verde del centro sportivo vicino di casa, troviamo la sede, uno spazio comodo e razionale che si apre su uno stanzone pieno di giovani e meno giovani alle prese con un’attività educativa fatta di relazioni.
È il Centro Socio-Occupazionale per persone con disabilità di Campi d’Arte, lo attraversiamo e raggiungiamo l’ufficio di Silvia per cominciare dall’inizio, cioè dal 2004.
“Siamo una cooperativa sociale A più B, nata 20 anni fa, abbiamo appena festeggiato il nostro compleanno.” Una piccola realtà, 26 dipendenti, di cui 17 sono soci lavoratori. “Una dimensione che abbiamo sempre mantenuto, è una nostra scelta, ci dà un equilibrio che ci piace”.
A Silvia chiediamo subito di presentarci le aree di intervento. “Ci occupiamo di servizi educativi e lavorazioni artigianali. La parte B è piccola e in fase di revisione e comprende solo le lavorazioni artigianali, occupa ad oggi due persone”. È nata dieci anni fa, ma il Covid e i cambiamenti del mercato hanno contratto molto il settore. Vi si lavora la ceramica, la carta, il feltro, il legno, che si trasformano in bomboniere, segnalibri… piccoli oggetti che vendono venduti al pubblico.
“L’attività artigianale rimane per noi, comunque, molto identitaria perché fa da sfondo integratore ad una serie di attività educative, in particolare proprio per il Centro Socio-Occupazionale. Le persone che frequentano il nostro CSO, oltre ad una serie di attività che servono per mantenere e migliorare le loro competenze nella vita quotidiana, sviluppano competenze anche più produttive”.
La parte A, con i servizi per minori e persone con disabilità, è quella preponderante e sarà centrale anche nella progettazione futura. “Ci sono nuovi bisogni che emergono nell’area della disabilità e in particolare stiamo facendo delle riflessioni sulla residenzialità delle persone disabili che diventano adulte e anziane. Pensiamo a luoghi in cui possano vivere in autonomia con un sostegno, è una richiesta che ci viene dalle famiglie, preoccupate dal “dopo di noi”. Francesco Ermini, responsabile dell’area disabilità, si unisce a noi e ci racconta che la cooperativa sta facendo una piccola esperienza di palestre di autonomia, per aumentare le competenze delle persone nella gestione della quotidianità della vita. “Il tema della casa è fondamentale e influisce moltissimo sulla qualità della vita delle persone”. Nella terza sede di Campi d’Arte, inaugurata un anno fa a Pieve di Cento, al primo piano (sopra allo spazio per gli adolescenti e al Centro per le Famiglie del Distretto, ospite degli spazi) è stato allestito un appartamento per percorsi di allenamento alle autonomie per persone con disabilità. Il progetto partirà a breve in collaborazione con i servizi del territorio e con un finanziamento di Carisbo.
“L’appartamento è vicino alla piazza centrale, accanto al supermercato e ad altri servizi. L’idea è quella di una formazione in situazione, nell’appartamento si lavora sulla cura di sé e la cura della casa… tante attività invece si svolgono all’esterno. I percorsi sono pomeridiani e talvolta notturni, anche per dare sollievo alle famiglie. Molti genitori anziani sentono l’urgenza del dopo e bisogna farlo ora. L’aspettativa di vita si è alzata tantissimo, i genitori invecchiano e non sempre sono in grado di gestire i familiari, con il rischio di generare dinamiche di fragilità importanti”.
Sempre a Pieve di Cento si trova la seconda sede di Campi d’Arte, che ospita una comunità educativa per minori diurna. Il settore nasce nel 2010 proprio da una richiesta del territorio, che cominciava ad intervenire sui i primi segnali di dispersione scolastica.
“Lavoriamo molto con le scuole”, riprende Silvia Presti. “Abbiamo portato qui un progetto sperimentale (SAS – servizio di aggancio scolastico), nato in Belgio, che prevede che i ragazzi escano dalla scuola per affrontare il periodo di crisi per poi tornarci accompagnati”.
Chiediamo a Silvia di tornare sul legame con il territorio: “Le persone con disabilità che vivevano qui e avevano buone potenzialità produttive non avevano prospettive. Abbiamo cominciato il nostro percorso da lì, da una richiesta dei genitori e dei servizi. Siamo in un territorio molto fortunato rispetto alla città, perché qui le relazioni sono forti: le relazioni umane, con i servizi, con le altre realtà. Il tessuto sociale ci lega gli uni agli altri, quindi anche la capacità di sviluppare progetti è alta, c’è una lettura condivisa della realtà, una buona armonia anche con le altre cooperative nate nel territorio e qui operano”.
A proposito di cooperative, chiediamo a Silvia se sta nascendo una nuova generazione accanto ai fondatori. “E’ il lavoro su cui ci stiamo concentrando, abbiamo appena rinnovato il Consiglio d’Amministrazione e sono rimasta solo io dei fondatori… C’è una buona partecipazione da parte dei soci, sulle scelte strategiche stiamo crescendo insieme in questi ultimi anni. Tra i giovani lavoratori e lavoratrici la spinta ideale c’è ancora e va accompagnata dalla spinta cooperativa.” E su questo Campi d’Arte sta lavorando.