L'urgenza di collaborare

L'urgenza di collaborare

Vogliamo dedicare uno spazio di riflessione dopo la due giorni d’ottobre che il Consorzio l’Arcolaio ha dedicato al tema dell’abitare e dell’inserimento lavorativo. Vogliamo ricordare il titolo del convegno: Casa, lavoro, relazioni. Essere player strategici e attivatori di cambiamento.

Convegno_arcolaio
Cominciamo dalle parole di Daniele Bergamini, consigliere d’amministrazione del Consorzio, tra gli organizzatori dell’evento.

Il 20 e 21 ottobre 2022 sono state due giornate molto intense, ricchissime di spunti, di incontri e di riflessioni. Abbiamo davanti periodi difficili, dove la forbice delle disuguaglianze andrà ulteriormente a crescere e dove ad essere più esposte saranno ancora una volta le persone che già oggi vivono una condizione di fragilità, di precarietà e di emarginazione.
Quindi? Che fare?
Ci è sembrato unanime lo stimolo e lo spunto: rilanciare attraverso politiche progettuali, che partano dalle relazioni. Prima di tutto tra di noi. Rimettiamoci attorno ad un tavolo, insieme, uscendo dalle proprie dimensioni schematiche, usciamo dalla logica del “si è sempre fatto così” perché non basterà più. Non c’è però nessuno che abbia la ricetta giusta per risolvere problematiche nuove, in constante e rapidissima evoluzione. Dobbiamo rendere strutturale e sistemica la co-progettazione di politiche innovative e flessibili che partano dalle nostre storiche esperienze che hanno dentro tanto di buono. Mettiamolo a frutto in una logica di rete. Possono sembrare parole già dette. Forse sì, forse però non siamo davvero entrati, noi per primi, in una logica di questo tipo. Ora ce ne è l’urgenza. Saremo quindi noi, come Consorzio l’Arcolaio, i primi ad avere la responsabilità di non lasciar cadere nel nulla, travolti dalla quotidianità, la spinta con cui siamo usciti da queste due belle giornate di pensiero.

La sintesi del lavoro dei tavoli che si è svolto nella giornata del 20 ottobre la troviamo nelle parole di Sara Montipò, tecnico del Consorzio, anche lei tra gli organizzatori più attivi.

La prima giornata del convegno è stata dedicata alla riflessione in gruppi ristretti. Partendo da esperienze concrete, realizzate sul nostro territorio e non solo, sono emerse tematiche trasversali, molto attuali.

  • Connessione e interdipendenza tra il tema casa-lavoro-relazioni: se “casa e lavoro” siamo abituati a pensarli connessi, non dobbiamo dimenticare quanto le relazioni pesino sulla buona riuscita di un percorso di autonomia. Si pensi alle reti familiari e di supporto, all’importanza dell’accompagnamento/tutoraggio/monitoraggio da parte degli operator*, all’importanza della conoscenza, e del rapporto di fiducia tra attori della rete dei servizi, al supporto delle reti sociali per combattere le discriminazioni.
  • Tra i profili dei nostri beneficiar* emergono nuove fragilità intermittenti che non sono ascrivibili, all’interno dell’articolo 4 della 381, a persone svantaggiate. Necessitano di nuovi approcci personalizzati e creativi, mentre i nostri sistemi sono ancora àncorati a profili tradizionali.
  • Ci troviamo di fronte a problemi complessi, dobbiamo imparare a muoverci nella complessità e nel cambiamento, ma forse le risposte che il sistema mette in atto sono troppo complicate, settoriali ed emergenziali e questo le rende poco efficaci.
  • Rapporto tra pubblica amministrazione e terzo settore: entrambi hanno la medesima finalità, il bene comune, il sostegno alle persone fragili, la sostenibilità ambientale, sociale ed economica. E’ necessario che attraverso gli strumenti dell’amministrazione condivisa, si possa co-progettare risposte innovative, in continua evoluzione ma anche stabili.

Due esempi: il progetto Nausica Abitare, che ha elaborato un modello di garanzia per l’affitto, dove il terzo settore ha un ruolo centrale ma condiviso con la pubblica amministrazione, banche e privati; il bando di concessione per la gestione del verde pubblico del Comune di Casalecchio che ha riconosciuto l’importanza delle realtà del territorio, che si occupano di inserimenti lavorativi di persone svantaggiate, dando stabilità attraverso una durata di 19 anni.

  • Progettare e innovare partendo dall’analisi dei dati, dalle mappature, dallo scambio di buone prassi con altre esperienze, dalla condivisione del know how. Una realtà consortile agevola queste dinamiche. Ci siamo soffermati sulla valutazione d’impatto ed in particolare sul modello elaborato dal progetto Sociabilita, che ha visto collaborare più di 30 cooperative di abitanti e sociali, guidate dal Politecnico di Milano, per elaborare un modello di valutazione d’impatto per i progetti di Housing Sociale. Questa ed altre esperienze stanno coinvolgendo coop sociali e coop di abitanti in una proficua collaborazione, per ricoprire un ruolo strategico nell’ambito della rigenerazione urbana, accompagnata da infrastrutture sociali.
  • Importanza dell’accompagnamento nei percorsi ed in particolare della professionalità degli operator* sociali e degli educator*. Sono ruoli a cui si chiede sempre maggiori competenze e specializzazione e che impattano fortemente sulla vita privata. Pur essendo fondamentali, vengono scarsamente riconosciuti sia dal punto di vista del valore per la comunità che dal punto di vista del riconoscimento economico. Le realtà come il Consorzio si muovono per tutelare i propri lavorator* dalla precarietà ma anche attraverso la formazione costante. Nell’ambito dell’accoglienza da anni organizziamo un Master in collaborazione con UniBo.
  • Discriminazione diffusa verso le persone in situazione di fragilità: in particolare nell’accesso alla casa, è importante che ci siano realtà che si assumono il compito di essere una sorta di “garante morale” nei confronti dei proprietari, (pubblica amministrazione, terzo settore, enti morali o religiosi).

il Consorzio l’Arcolaio, proprio per la sua anima plurale e il suo radicamento sul territorio, può essere un attore importante e di rilievo su tutti questi temi. La riflessione prosegue.