Perchè non abbiamo partecipato al bando sull'accoglienza diffusa

Perchè non abbiamo partecipato al bando sull'accoglienza diffusa

Il Consorzio L’Arcolaio ha deciso di non partecipare alle gare di appalto per l’affidamento dell’accoglienza diffusa nelle strutture della Città metropolitana di Bologna pubblicate secondo le indicazioni contenute nel nuovo schema di capitolato.

“La scelta è stata difficile”, spiega Stefano Marchioni, presidente del Consorzio, “ed è riconducibile al fatto che le condizioni proposte dalla Prefettura sono insostenibili, anche rispetto ai pochi servizi richiesti, già talmente ridotti da far prevedere drammatiche ricadute sulle persone: sui diritti dei richiedenti asilo così come sulle comunità che li ospitano”. Il nuovo bando descrive un modello molto distante dalle pratiche di cui è stato protagonista il nostro territorio, dando ottimi risultati.

Il Consorzio ha scelto invece di partecipare alla gara di appalto per l’affidamento dei servizi che riguardano il Centro Mattei a Bologna, trasformato in CAS da 200 posti.
Una scelta scomoda i cui esiti si sapranno soltanto al termine delle procedure. “L’Arcolaio”, commenta Marchioni, “si è presentato insieme ad una rete di soggetti che unisce esperienze e competenze che vogliono garantire il servizio più adeguato nonostante le condizioni critiche imposte. Lo ha fatto perché vuole continuare a essere un interlocutore ed essere parte di un processo, nella convinzione che sarà necessario ricucire lo strappo che si sta consumando tra enti del terzo settore, professionisti nell’ambito della tutela dei diritti e dei servizi per l’integrazione e parte delle Istituzioni”.

Le scelte compiute nascono da riflessioni che coinvolgono più piani e vogliono tenere conto dell’impatto che i cambiamenti in corso avranno sulle persone ospitate nelle strutture e sui loro percorsi, ma anche sui lavoratori del Consorzio.

Nello stesso tempo nascono dalla consapevolezza che per raggiungere un vero sistema europeo comune di asilo è necessario non cedere a semplificazioni, ma cercare con pazienza e determinazione delle strade che garantiscano la tutela dei diritti di quanti chiedono protezione internazionale.

Foto Arca di Noè