Prossimamente partirà la distribuzione di 400 pipe che le persone che consumano crack abitualmente potranno utilizzare al posto di strumenti artigianali potenzialmente pericolosi per la salute.
L’azione di riduzione del danno è stata decisa dal Comune di Bologna e verrà realizzata da ASP Città di Bologna attraverso i servizi Fuori Binario e InStrada, gestiti dal Consorzio l’Arcolaio (Open Group/Piazza Grande/Piccola Carovana).
Con la distribuzione, che avverrà sia attraverso gli operatori di strada che nei locali del servizio, in Via Carracci, si punta a raggiungere due obiettivi: da una parte limitare la circolazione di potenziali malattie, ma anche ridurre problematiche respiratorie legate all’uso per inalare di strumenti non idonei; dall’altra agganciare le consumatrici e i consumatori che vivono in strada, iniziando un percorso di conoscenza, di accoglienza e di cura che può sfociare nell’accompagnamento ai servizi sanitari che lavorano sulle dipendenze.
Nel 2024 Open Group ha svolto una ricerca guidata da Raimondo Pavarin distribuendo 40 pipe e accompagnando la distribuzione con un lavoro di raccolta di informazioni e di dati. In una udienza conoscitiva in Comune, a fine luglio, Pavarin aveva sintetizzato i risultati:
“Dopo 60 giorni, la frequenza del fumo di crack è diminuita del 50%“, e sempre dopo 60 giorni molti dei consumatori coinvolti “hanno cessato di avere problemi respiratori (37,5%), mal di gola (25%), bruciature sulle labbra (20,8%) e ulcere della bocca (12,5%)”. Durante entrambi i follow up, inoltre, “la condivisione di bottiglie per fumare crack è diminuita, e dopo 60 giorni è scomparsa l’abitudine di condividere lattine o boccagli”. Risultati simili, sottolinea poi Pavarin, “sono evidenziati da altre ricerche internazionali, da cui emerge anche che ‘la precarietà economica dei consumatori, i contesti violenti e le politiche repressive possono favorire il permanere di pratiche di condivisione o utilizzo di materiali non sicuri e contrastare il contatto con servizi di riduzione del danno”.
Ecco il servizio che il Tg Regione Emilia-Romagna ha dedicato all’iniziativa.
TG regionale 28/08/2025 ore 19.30: minuto 5′ 13”
Repubblica ha intervistato il coordinatore operativo di Fuori Binario, Giuseppe Ialacqua. Riportiamo l’articolo:
Sociologo e coordinatore operativo di Fuori Binario, il servizio che si occupa per Asp di riduzione del danno, Giuseppe Ialacqua ha seguito la sperimentazione legata alle pipe da crack fin dalle origini. Che ripercorre anche per rispondere alle polemiche suscitate dall’iniziativa.
Come vi è venuto in mente di distribuire pipe da crack?
«Due anni fa ci siamo accorti che la diffusione del crack a Bologna stava aumentando e così abbiamo iniziato a studiare quello che avveniva in realtà dove il fenomeno era già esploso. Ci siamo ispirati all’esperienza di Barcellona. Bologna ha consumi da grande metropoli. E a Barcellona la distribuzione di pipe monouso aveva dato risposte positive già validate dalla ricerca scientifica».
Così avete deciso di replicare il modello.
«Prima con 40 pipe e la fase sperimentale. Ora ripartiamo allargando la possibilità a tutti i consumatori di crack in carico ai nostri servizi. Al momento sono 147, persone ai margini, senza casa, lavoro, famiglia. La pipa consente di migliorarne la salute e di entrare in relazione con loro. Senza relazione non è possibile intraprendere nessun tipo di discorso di uscita dalla dipendenza. Nel 2025 di 32 nuovi accessi di consumatori di crack, 16 hanno accettato di essere accompagnati alla presa in carico ma è un lavoro complesso».
Chi sono i vostri utenti?
«C’è una fascia di giovanissimi, circa il 20%, provenienti dal Maghreb, hanno tra i 20 e i 25 anni, il 55% circa sono italiani e sono in aumento rispetto a due anni fa, conseguenza della crisi economica. Un altro 25% è composto da persone con alle spalle una storia migratoria fallimentare».
Come si spiega la diffusione?
«Il crack è fatto, per semplificare, di cristalli di cocaina ‘cucinata’. Fino a due anni fa i consumatori lo preparavano in casa, ora si possono acquistare cristalli già pronti a un costo tra i 5 e i 10 euro. Molto poco. Dà effetti analoghi alla cocaina ed è facile da consumare. Fumare è una modalità di assunzione semplice e accettata. Noi vediamo i consumatori più fragili ma è una fetta marginale. Il crack ha una capillarità enorme».
Come funzionerà la fase due della sperimentazione?
«Abbiamo acquistato 400 pipe a un costo di 1400 euro, il Comune ha fissato un budget complessivo di 3200 euro. Le distribuiremo una alla volta alle 147 persone seguite. Sono di metallo, ma l’obiettivo è arrivare successivamente a pipe in vetro, ancora più sicure. Chi vorrà potrà partecipare al monitoraggio a sei mesi tramite un questionario facoltativo».
Si è stupito che la notizia della distribuzione delle pipe abbia fatto così clamore?
«Preferisco non commentare visto il mio ruolo, ma ricordare che le pipe sono da tempo distribuite anche a Torino, Alessandria, Palermo, Reggio Emilia e Piacenza oltre che in diverse città europee». — E.G

