Immigrazione: cambiare tutto?

Immigrazione: cambiare tutto?

Un titolo provocatorio (o forse no?) per l’incontro che si è tenuto alla Festa dell’Unità di Bologna giovedì 31 agosto 2023, tra i partecipanti, oltre all’assessore del Comune di Bologna Luca Rizzo Nervo, due rappresentanti del Consorzio l’Arcolaio: Sara Montipò (Open Group) e Chiara Roccatagliata (Società Dolce).

Locandina

Il Consorzio, nel territorio della Città metropolitana di Bologna, è un protagonista importante:  accoglie 1076 ospiti nel progetto Cas e 780 ospiti nel progetto Sai. L’esperienza dei suoi operatori è ormai più che decennale e proprio da quell’esperienza, e dalla condivisione che il modello di riferimento è quello dell’accoglienza diffusa, sono nate le riflessioni contenute negli interventi proposti.

Montipò è partita dall’analisi dei due livelli dell’accoglienza per proporre in conclusione un sistema unico come soluzione più razionale e auspicabile. Tra le sue motivazioni il fatto che l’integrazione è un percorso che inizia dal primo giorno di arrivo e deve avere una coerenza, le persone devono percepire di essere all’interno di un percorso che ha delle evoluzioni e che porta a dei risultati, non sentirsi intrappolati o espulsi in un circuito di cui non comprendono la logica. Anche gli operatori all’interno di un sistema unico possono formarsi, evolvere e sperimentarsi, si possono creare anche occasioni per gli ex ospiti di percorsi professionali. Non più un’accoglienza di serie A e serie B, ma un’accoglienza che risponda ai bisogni della persona, in quel momento, e che sia sempre rivolta alla vera integrazione ed autonomia.

Roccatagliata ha invece concentrato il suo intervento sull’accoglienza ai minori non accompagnati (550 oggi in città), un tema al centro del dibattito tra governo centrale e Comuni per trovare nuove soluzioni al crescere costante degli arrivi. Ha invitato a cambiare prospettiva, partendo dai bisogni e dai desideri dei minori e ad avere un obiettivo: che sia la città a prendere in carico i ragazzi e non le singole comunità, attraverso un necessario lavoro di rete, un sistema integrato per trovare risposte e risorse con Comune, Servizi Sociali, scuole e imprese e che preveda la formazione continua e trasversale per tutti gli attori. Bene la riflessione, ma occorre interrogarsi e cercare nuove risposte attraverso un coordinamento di respiro nazionale.

L’assessore al welfare Luca Rizzo Nervo ha ribadito che Bologna accoglie e accoglierà sempre, ha auspicato un aumento dei posti SAI, in particolare per i minori, e la creazione di un nuovo sportello immigrazione, a cura del Comune, che dia sostegno nella preparazione delle pratiche che sono poi presentate alla Questura, un modo per cercare di velocizzare il rilascio dei permessi di soggiorno.

Il consigliere comunale Siid Negash ha parlato del razzismo istituzionale che viene agito verso i migranti, trattati come cittadini di serie B. Ha sottolineato come manchi l’idea di concretizzare un’alleanza tra chi vuole migliorare la situazione dei migranti.

Diego Manduri, dell’associazione Approdi, ha ribadito come la salute mentale dei migranti viene compromessa in prevalenza dal sistema che, a partire dal viaggio e poi  qui in Italia, li vede vittime di continui abusi e violazioni.