Anna ha raccontato la sua storia, di come “è scivolata sulla strada” e di come ora stia risalendo. Monsignor Matteo Zuppi dopo averla ascoltata attentamente, così come ha ascoltato la storia di Gabriele, ha ripreso le loro parole: “accade di scivolare in strada, per risalire ci vuole tempo. A volte ce ne vorrebbe ancora di più. Queste storie sono la prova che ce la si può fare, voi siete la prova che ce la si può fare”.
E’ stato un incontro di scambio e di vicinanza quello tra l’arcivescovo di Bologna e la comunità di Laboratorio E-20, composta da una ventina di persone tra operatori e persone che lo frequentano, senza dimora, che possono restare per una doccia, una lavatrice, un pasto, una lettura, laboratori (dalla falegnameria alla poesia…) ma soprattutto qui hanno la possibilità di fare piccoli lavori e di respirare “aria di casa”, come raccontano loro stessi.
Dopo l’arrivo in bicicletta di Zuppi, venerdì 17 maggio, un cerchio di sedie nella sala principale della sede di Via Mauro Sarti ha accolto tutti i presenti. Dopo i saluti di benvenuto da parte di Stefania Corfiati, del Servizio Contrasto alla Grave Emarginazione Adulta di ASP Città di Bologna, ha aperto gli interventi la Presidente del Quartiere Santo Stefano Rosa Amorevole, che ha sottolineato quanto il Laboratorio sia inserito positivamente nel territori. Poi è stata la volta del coordinatore del servizio Franco Canè (“la parola insieme è quella che esprime al meglio lo spirito del luogo”) e di Tullio Tedeschi, educatore, che ha riportato dati che parlano di un raddoppio delle presenze dal 2022 al 2024, una presenza al 50% di persone autoctone con una netta prevalenza di uomini (65%).
Poi c’è stato spazio per le storie e per le riflessioni di Zuppi, che ha voluto toccare anche il tema dei servizi, che “devono parlare al cuore dei singoli, devono essere diretti alle persone”, ognuno con la sua storia.
Poi, senza fretta, è stata la volta dei saluti. Una stretta di mano, un pensiero, per ciascuno.
Il Laboratorio E-20 è un laboratorio di comunità creato nel 2014 su iniziativa del Comune di Bologna, sotto la direzione di ASP Città di Bologna. Viene gestito da Società Dolce, partner del Consorzio l’Arcolaio.
L’obiettivo del laboratorio, aperto dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 17 è rafforzare i legami sociali, promuovere l’inclusione di fasce escluse e attivare i soggetti deboli, utilizzando le risorse già presenti sul territorio.